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Viaggiatori in Pantofole – Il racconto di Antonella

    Caro lettore,

    la mia storia in pantofole inizia qualche giorno prima del famoso lockdown Nazionale.
    Ricordo perfettamente i cambiamenti che stavano avvenendo intorno a me, ma non tanto da dargli peso in quel preciso momento, sino a quando vidi, a pochi passi da me, un uomo in mascherina e guanti. Tornai a casa riflettendo bene su quell’immagine ormai impressa nella mia mente, che mi aveva fatto capire la gravità della situazione.
    Generalmente, passo molto tempo in casa, essendo pittrice, impiego il mio tempo a riflettere, studiare, ideare e creare. Avevo colto l’occasione di informarmi il più possibile su ciò che stava avvenendo in questo preciso momento storico e gettare le basi per un mio nuovo lavoro. Inizio del lockdown. Affronto la prima settimana in maniera abbastanza tranquilla, inizio a dipingere, approfitto delle belle giornate di sole per stare fuori al balcone e proseguire con il mio lavoro. La notte è il momento che ho vissuto e vivo di più, entro in una dimensione di totale perdizione, dove i miei pensieri diventano immagini, mentre ascolto musica, capto ogni singolo particolare che proviene dall’esterno, sino a farmi meditare sull’atmosfera che tutti respiriamo in questo momento, in maniera molto più elevata. 
    Nelle settimane successive, non avendo contatti sociali, modificando leggermente le mie abitudini e cercando in ogni modo di tenermi impegnata, capitavano quei momenti di crollo emotivo, di paranoia che accrescevano l’irrazionalità più remota. E da qui che ho deciso di raccontarmi attraverso il mio dipinto, attraverso una ragazza di nome Italia che osserva con occhi fissi ciò che sta succedendo alla propria pelle, al proprio destino, al non indossare più niente, tranne una mascherina, ormai simbolo di questa dura realtà. 
    Ma la mia non è una realtà come quella di chi ogni giorno affronta questo male chiamato Covid-19, ma di una realtà vista dagli occhi di casa, da un’ Italia che ha perso tutto, tranne la forza di andare avanti e combattere, preservando la sua cultura e capire che l’unica arma di cui dispone è l’attesa. 
    Italia deve solo aspettare, 
    olio su tela. 
    Anno 2020

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