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Viaggiatori in Pantofole – Il racconto di Carmen

    LUNA 

    “É tutta colpa della Luna, quando si avvicina troppo alla terra, fa impazzire tutti”, diceva William Shakespeare.

    Quando ero piccola adoravo questa frase, e anche adesso, Lei, la Luna, è l’unica che riesce ad allontanarmi dall’idea di impazzire.
    La mia ultima sera di libertà è stata a Bari vecchia, ero seduta sulla muraglia con un amico. Osservavamo la Luna riflessa nel mare, ed entrambi abbiamo confessato la nostra paura su quel che sarebbe successo di lì a poco, per questo grande mostro chiamato Covid19.
    Il giorno dopo son salita sul primo treno che mi portava a casa, scenario piuttosto raro: stazione vuota, quei pochi che la occupavano erano muniti di mascherina e guanti.
    Era il 9 marzo del 2020. Quel giorno è iniziata la mia quarantena.
    É iniziata con l’ingenuità di chi pensava che di lì a poco tutto sarebbe passato. “ci vediamo fra una settimana” dissi alla mia coinquilina.

    Oggi è il mio giorno 40.
    La mia movida in questi giorni è stata la scampagnata tra il secondo e il primo piano in ascensore. É stata la necessità di mantenere la freddezza nel continuare a studiare con costanza nonostante la voce al TG annunciasse mestamente una sfilza di anime e famiglie disintegrate. É stata fare i conti con la nostra emotività.
    Ma nonostante ciò, non posso fare a meno di pensare a quanto io sia fortunata:
    ho una casa dove stare, ho una famiglia che sta bene, ho amici con cui darmi appuntamento per un bicchiere di vino anti-solitudine su zoom, ho la serenità morale di potermi concedere un intero pomeriggio dedicato ai miei film d’epoca e l’incosciente ottimismo di credere che alla fine – andrà tutto bene.
    Non solo per me, ma per tutte le persone che in questo momento non hanno la possibilità di crederlo. E per tutte le persone che non possono ricordare che da qualche parte c’è ancora il mare ad aspettarci.
    E quindi mi sono trovata a dire “benvenuta primavera”.
    Sii luce, speranza, incanto, coraggio.

    In questi giorni sto ascoltando molta musica, quasi come un antidolorifico, mettendo in ordine quelle canzoni che hanno segnato ricordi più belli, perché non ci si abitua MAI a quelli. Pensando che presto torneranno,che presto torneremo a stare appiccicati e sudati e brilli e stonati da qualche parte a perdere la voce.
    In questi giorni ho riscoperto la mia grandissima passione per il cibo, riscoprendo anche l’odio per la bilancia.
    In questi giorni ho riscoperto l’arte di dedicarsi un bagno caldo, una maschera al viso leggendo la Fallaci, l’arte di prendere il sole facendo cruciverba, l’arte di confondere il giorno con la notte, perché tanto domani si sta a casa.
    In questi giorni ho riscoperto il senso del tempo, che spesso avremmo voluto fermare, per goderci quei momenti che non tornano più, e ora invece vorremmo che il tempo passasse velocemente per riscriverli quei momenti.

    In questi giorni ho ritrovato la mia lista dei buoni propositi per il 2020. Per ora mi accontento dei viaggi mentali in pantofole. Quelli seri, con valigia e biglietti, riserviamoli per il 2021, forse è meglio. O forse davvero il miglior piano nella vita è quello di non farsi mai dei piani.
    In questi giorni ho riscoperto il balcone come location esclusiva come il luogo da cui guardare la Luna, pensando alla giornata appena trascorsa, dandole un voto e facendo in modo che domani sia diverso.

    Anche adesso vi scrivo da qui, guardando la mia amata Luna, con tanto di birrino ghiacciato. Sperando e sognando che presto potrò contemplarla distesa su una spiaggia, oppure sui colli bolognesi, e perché no, sperando di poter scoprire qualche lucciola.

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