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Il primo mese di volontariato ESC di Alessia a Bucarest, Romania

    Ciao!

    Mi chiamo Alessia, ho 26 anni e da un mese mi trovo a Bucarest come volontaria per il progetto “EpVp 2.0” (Eastern Partnership Volunteering Program) nell’ambito del Corpo Europeo di Solidarietà. Il progetto, ideato e implementato dall’associazione COSI (Civic Orientation and Social Integration), durerà fino a Settembre 2021 e si pone come obiettivo quello di promuovere temi come solidarietà, diritti umani, cittadinanza attiva, interculturalità, uguaglianza e giustizia sociale, tolleranza. 

    Il progetto coinvolge 6 volontari, 3 dei quali provenienti da paesi membri dell’UE e 3 dai paesi dell’Eastern Partnership. Il programma prevede un percorso di formazione per i volontari tramite l’organizzazione e l’implementazione di campagne di informazione e di attività secondo il calendario delle Nazioni Unite, la promozione dei programmi europei (E+, ESC, EYE) tra i giovani della comunità locale, la programmazione di workshop e progetti interamente gestiti dai volontari e l’acquisizione di abilità nell’ambito dell’europrogettazione. 

    I motivi per cui ho deciso di partecipare ad un progetto ESC sono diversi. L’idea di dedicarmi ad attività di volontariato mi ha sempre affascinato, ma a causa di altri impegni ho sempre rimandato. Dopo la laurea a marzo di quest’anno, ho finalmente deciso di cogliere questa opportunità, spinta dalla curiosità di conoscere meglio il mondo delle ONG e dei progetti europei. In particolare, ho scelto questo progetto perché vicino ai miei interessi e per la varietà di attività offerta. 

    Durante il mio primo mese a Bucarest ho avuto modo di scoprire un piccolo pezzo di mondo che, nell’immaginario di molti, è ancora poco considerato o strereotipato. Se la memoria del comunismo è ancora percepibile nei classici palazzoni sovietici e nella maestosità (molto controversa) del Palazzo del Parlamento costruito sotto la dittatura di Ceaușescu, la città offre un panorama ricco di tradizioni e influenze di diverse culture. Inoltre, Bucarest è ricca di aree verdi, parchi di grandi dimensioni dove la vita cittadina si riprende i suoi spazi lontani dalla frenesia dei grandi boulevard trafficati.

    A causa delle restrizioni legate al covid-19, sia le attività dell’associazione che la possibilità di visitare la città sono purtroppo limitate. Durante questo mese ho trascorso la maggior parte del tempo a conoscere le modalità di lavoro dell’associazione e i suoi membri, a conoscere la città e la cultura del luogo e a costruire legami con i miei compagni di viaggio. Non è semplice adattarsi a questa situazione, la voglia di fare di più si scontra con una realtà limitante, ma essere qui è già uno spiraglio di speranza per un ritorno alla normalità. E credetemi, nonostante tutto il caos intorno, ne vale comunque la pena! 

    Stay tuned for more!