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Viaggiatori in Pantofole – Il racconto di Stefania

    Devo ammetterlo.
    Questo lungo periodo di quarantena mi ha regalato molto tempo libero, per analizzare davvero a fondo aspetti della mia vita, che non andavano proprio come avrei voluto.
    Voglio raccontarvi l’evoluzione che è avvenuta in me, in questi due mesi.
    Le prime due settimane non avevo realizzato appieno ciò che realmente stava accadendo e ho trascorso le mie giornate a pulire ogni meandro della casa, ogni angolo, anche il più impensabile. Ho cucinato di tutto, mi sono sbizzarrita nelle ricette più elaborate ed anche in quelle orientali, ho supportato Amira nei compiti attraverso chiamate e videochiamate. Ho acquistato film e ho seguito documentari sull’arte, ho ripreso la chitarra.
    Poi il silenzio…
    Avevo realizzato quale fosse lo stato delle cose e nella mia testa risuonavano solo domande alle quali non vi erano risposte certe: news, fake news, editori seri, sciacalli… attacchi di panico… spengo la TV. 
    Mi manca mia madre… Corro sotto il suo balcone, esco a fare la spesa al posto suo, mi rendo utile come posso, colmo la mancanza con tre, quattro, cinque telefonate al giorno.
    …Poi il lavoro…
    Non potevo fermarmi. È già difficile riuscire a lavorare durante tutto l’anno, figuriamoci con il lockdown.
    Ho rispolverato il metodo cartesiano, sapevo che grazie ad esso, sarei riuscita, scientificamente, a trovare la quadra.
    Così è stato.
    Ho reso il mio lavoro più produttivo, non mi sono mai fermata. Ho tralasciato i cattivi pensieri e ho tenuto duro… i risultati mi hanno ripagata.
    Vivo del mio lavoro, che è impegno, scoperta e rispetto per gli altri. I soldi che guadagno non saranno molti, ma non sono il risultato dello sfruttamento di altra gente e questo mi basta per essere felice.
    Ho amato di questi due mesi la quiete, l’ordine, la pulizia delle strade e dell’aria, il silenzio, la pace… ed anche quel pensiero effimero che questo periodo potesse in qualche modo risvegliare le coscienze. 
    Ma su questo devo dare atto a Schopenhauer… 
    È una sconfitta questa frenetica e amorale corsa al riappropriarsi della libertà, come se fosse libertà occupare il silenzio con milioni di stronzate gridate a destra e a manca senza criterio. Non è libertà, parcheggiare in doppia fila o sulle strisce pedonali. Non è libertà riempire di smog la città giusto per farsi venti giri di corso… (ed ancora oggi mi chiedo perché il nostro corso non sia un’area SOLO pedonale!!)
    …non è libertà pensare che la propria libertà non sia il rispetto per il prossimo e per l’ambiente.
    Per me la quarantena sarà più lunga del previsto, perché là fuori c’è un virus più radicato, che non è stato estirpato. Non c’è vaccino che aiuti.
    Per ora me ne starò qui, non bisogna avere necessariamente le forze per tutto, o almeno, non tutto insieme.
    Contemplo il silenzio, perché in esso trovo risposte e serenità.
    Buonanotte… ❤
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