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Il racconto di Silvia | Training Course Erasmus+ “RRR in Youth Projects” ad Aiud, Romania – dall’1 al 9 luglio 2017

    Una sera davanti alla solita birra sui soliti scalini della solita piazza di Rimini un compagno di corso mi parla delle fantastiche esperienze che ha vissuto tramite i progetti Erasmus. Ho iniziato questo Master in Economia delle risorse e sviluppo sostenibile da quasi un anno, ma sento il bisogno di affrontare certe tematiche da un punto di vista più vicino a me, alla mia vita quotidiana e a quella delle altre persone.
    Passo tutta la notte a fare ricerche su internet finché ad un certo punto noto un training course riguardante “Reduce, Reuse, Recycle” che si sarebbe svolto in Romania a luglio. Il progetto tratta proprio delle tematiche a cui sono interessata, non ero mai stata in Romania prima di allora ed avevo una gran voglia di esplorarla. Accetto la sfida, seguo la mia curiosità!
    Quasi per miracolo finisco in tempo gli esami della sessione estiva ed il primo di luglio sono già ad Aiud in mezzo a perfetti sconosciuti, anche se sento già di avere qualcosa in comune con ognuno di loro. A questo progetto hanno partecipato 30 persone da svariati paesi europei e non, con età diverse, professioni diverse, ambizioni diverse e progetti diversi in mente. Iniziamo a conoscerci e a ricordare i nostri nomi, i primi giorni inizia a rompersi il ghiaccio anche grazie alle tre fantastiche ragazze che hanno organizzato l’evento. Quasi senza accorgercene iniziamo letteralmente a ballare insieme, a diventare un gruppo che si muove in sincronia e grazie a questa connessione che si è creata capiamo che insieme possiamo fare davvero qualcosa di grande. 
    Iniziamo presto a parlare di cosa significa avere un impatto sul pianeta e sulle sue risorse; una delle attività più significative che abbiamo svolto è stata proprio quella di calcolare il nostro “carbon footprint”, che viene calcolato in base allo stile di vita di ognuno di noi (link → http://greencred.me). Abbiamo anche ragionato in gruppo condividendo punti di vista talvolta agli antipodi grazie ad un gioco che ha lasciato parecchi spunti su cui pensare. Siamo partiti dagli oceani puliti e siamo arrivati a parlare dell’importanza dell’educazione, dell’aiuto che possono dare infrastrutture efficienti, di quanto dannosi siano i governi corrotti e di quanto le persone possano fare unendo le proprie forze per esempio tramite le ONG. Siamo stati ispirati dai ragionamenti e dalle conclusioni tratte anche dalle persone che ci circondavano: personalmente mi sono sentita ispirata e motivata, non mi sono sentita sola in questa battaglia che combattiamo per migliorare il mondo in cui viviamo. 
    Ora che la nostra creatività è stata stimolata e siamo pienamente concentrati sullo scopo del progetto abbiamo passato una giornata ad Aiud con lo scopo di cercare ispirazione da ciò che altre organizzazioni stanno già facendo e da ciò che troviamo in giro per questa frizzante città della Transilvania. Passiamo la mattina con i rappresentanti di ONG operative ad Aiud e c’è chi riutilizza tessuti per costruire borse o giocattoli e chi ascolta le stimolanti esperienze di una sorta di guru della vita olistica all’insegna della sostenibilità e della condivisione. 
    Per il pomeriggio invece abbiamo la missione di fotografare in giro per la città ogni cosa che ci possa ispirare e subito io, Aldo e Lisa in compagnia dei nostri amici spagnoli ci fiondiamo nel parco centrale concentrandoci sul laghetto con tanto di cigni e pedalò a forma di drago. Questo parco in mezzo alla città ci ispira, tanto quanto la sua pulizia, la presenza di persone che hanno voglia di godersi l’aria pulita che gli alberi ci regalano. Vediamo anche bus elettrici, bici noleggiabili, tanta raccolta differenziata, negozi che servono prodotti locali e signore anziane che vendono ancora i fiori all’angolo della strada. Alla sera gustiamo il cibo che ci ha cucinato una signora che fa parte dell’associazione dello slow food rumeno nella sede degli scout laici nonché un anti-cafe che gestiscono per finanziare le loro attività.
    Nei giorni seguenti ci occupiamo maggiormente dello scopo del progetto, ovvero come rendere sostenibili gli eventi ed i progetti che vogliamo organizzare in futuro. Discutiamo in primo luogo di cosa dovrebbe fare una ONG ideale nei diversi aspetti di organizzazione di un evento come la logistica, i trasporti, l’alloggio, il cibo e la comunicazione. Grazie a queste considerazioni e alle azioni indicate abbiamo l’opportunità di svolgere un’autovalutazione sui nostri progetti svolti o in programma per il futuro. Condividiamo infine con il resto del gruppo quali sono gli eventi che vogliamo portare a termine una volta tornati nei rispettivi paesi di provenienza. 
    Come conclusione di questa esperienza, oltre a innumerevoli conoscenze e “soft skills” acquisiti, mi porto nel cuore ogni singola persona che ho incontrato ed ogni piccola cosa che ognuno mi ha trasmesso. È impagabile trovare delle persone con cui condividere punti di vista ed obiettivi, con cui parlare di progetti futuri e da cui venire ispirati infinitamente. So che abbiamo iniziato qualcosa che nel tempo produrrà frutti rigogliosi e che non finirà ad Aiud!